Immaginare quello che non c'è

Immaginare quello che non c’è

Un collage per immaginare il futuro

Immaginare, desiderare, innovare. Ognuno con i suoi tempi e dando spazio al silenzio e al vuoto, come suggerivo nell’ultimo articolo del blog.

Durante il lockdown ho immaginato e realizzato manualmente molte cose che rimandavo da tempo. La foto che accompagna questo articolo è parte di un collage che ho costruito, un pezzo alla volta, nel mese di Marzo, inventando quello che non c’è. Sono partita dai fogli di una vecchia agenda e da qualche ritaglio di una tra le mie riviste preferite, Flow Magazine. A voler essere precisa, si tratta di un collage di collage già esistenti. La ricomposizione di qualcosa che era già stato immaginato con una logica diversa e che ha trovato nuovo spazio e significato in quest’ultima “creazione”.

Sono partita da un punto, senza sapere esattamente dove sarei approdata, senza darmi vincoli di carattere artistico od obiettivi specifici. Per una persona a cui piace pianificare e programmare, si è trattato di qualcosa di ben diverso da un semplice passatempo. Quello che avevo a disposizione era limitato e in parte già associato, ma in un modo che non mi rappresentava più. Ho lasciato fluire istinto, immaginazione, fantasia e creatività. Avrei potuto fare qualcosa di più bello esteticamente o di maggiore ispirazione, ma non avrebbe avuto lo stesso valore.

Ti ho fatto questo esempio per chiederti se in questi mesi è capitato anche a te di immaginare e creare – con qualsiasi possibile modalità- un’astrazione ipotetica, sul piano dell’intelletto o del sentimento”. Se si, ti va di raccontarmela?

 

Never too late, non è mai troppo tardi

La scorsa settimana ho fatto la mia prima diretta su Instagram. Innanzi tutto mi sono chiesta il perché di questa scelta, dato che a ogni ora del giorno (e forse anche della notte) ce ne sono moltissime, alcune delle quali con contenuti davvero validi. Mi sono data tre risposte serie e una – la prima – per la quale non spendo molte parole: mi andava di farla (dopo quasi 60 giorni di lockdown direi che è accettabile). Ma veniamo ai tre motivi principali:

  • sperimentare: me lo suggerisce da mesi Paola Toini quando parliamo di personal branding e di comunicazione digitale
  • verificare se e come le liste ci sono state utili per vivere il periodo di quarantena, aiutandoci a rallentare, a guardare la nostra vita da una diversa prospettiva, a liberare la testa o come strumento di mindfulness. Mi ha ispirato una delle conversazioni con Elena Augelli e la lettura di uno dei suoi ultimi post
  • proporre le liste come metodo per immaginare nuovi scenari, creare quello che definisco un collage di liste (te lo spiego più sotto). Lo spunto in questo caso è nato da una delle dirette di Carlotta Givo –  Coaching in fabula e da alcune domande che ricevo spesso sul metodo migliore per organizzare liste efficaci

Torniamo al mio collage di partenza. Ho ricercato, selezionato, ritagliato, provato un tipo di composizione e poi – subito dopo – un’altra, incollato senza convinzione o sigillato con doppio nastro adesivo colorato. Ho tradotto qualcosa di confuso in una semplice e colorata rappresentazione, mescolando diversi elementi.

Ti faccio una domanda: in questo periodo ti sei data/o il permesso di pensare non solo alle persone che vorresti incontrare dopo il lockdown o ai luoghi da visitare, ma anche a possibili scenari alternativi per la tua vita, personale e professionale che – mai come in questo periodo -abbiamo sperimentato essere così connesse? Il che non significa mollare tutto quello che si ha ma ipotizzare vite sostenute da valori e ritmi diversi, spazi familiari rinnovati, passioni ritrovate. Difficile? Di più! Ma immaginare non costa nulla e allora… proviamoci!

 

Nuovi scenari in un collage di liste

L’esercizio che ho fatto con più costanza durante questi mesi è stato quello di individuare delle macro aree della mia vita e di compilare molte liste, con tutto ciò che mi passava per la testa (anche le cose più bizzarre e – al momento -irrealizzabili). Cosa intendo per “macro aree”? Per esempio il rapporto con me stessa, le relazioni e gli affetti, il lavoro, le passioni e i desideri mai espressi. Per ogni area ho riletto le liste e le ho semplificate, tenendo alcune parole ed eliminandone altre. Compilata una lista finale per ogni area, mi sono immaginata nella situazione di partenza e da lì ho cominciato a pormi una serie di domande.

Te ne propongo alcune:

  • a che punto sono rispetto a questo scenario?
  • quali risorse mi mancano e di quali sono già provvista per metterlo in pratica?
  • quanto dipende da me e quanto dagli altri?
  • cosa posso fare di concreto (piccoli passi) per verificare se questo scenario può diventare realizzabile?
  • quali emozioni si muovono dentro di me facendo questo esercizio?
  • perché ho immaginato un contesto di questo tipo?
  • cosa devo cominciare/continuare a fare per rendere reale questa possibilità?

Come nel mio collage, anche rispondendo a queste domande, non avevo un’idea chiara di riferimento. Non si tratta di un puzzle dove le tessere sono cadute a terra e basta ricomporle seguendo il disegno. Forse però è proprio quello che ci serve oggi, per evitare che “tutto cambi per restare tutto com’era”.

Ti invito a provare, a farlo come gioco e con leggerezza o ad andare un po’ più in profondità, a secondo del tuo umore del momento, delle tue priorità e di come ti senti dopo tutti questi giorni di lockdown. Mi piacerebbe sapere come andrà questo esperimento.

Spero ti possa essere utile. Se serve aiuto, scrivimi senza indugio. E ricordati:

 

“Vola solo chi osa farlo”

[Luis Sepúlveda]

 

Un abbraccio virtuale e un sorriso.

Se pensi che questo post possa essere utile a qualcuno che conosci, condividilo. Grazie!

 

[Foto di Giovanna Angiolini – Collage Pandemico – Marzo 2020]

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Qualche pagina del mio libro Il quaderno delle Liste – Tra me e me e il video in cui ti spiego come utilizzo le Liste (no, non sono To-do list!).

Giovanna Angiolini
info@giovannangiolini.it

Supporto persone e aziende nei periodi di cambiamento. Sono Life e Business Coach, Formatrice, Consulente Organizzativa e di Business Development. Unisco l'esperienza alla formazione continua. Chi sono oggi è il risultato di molti inizi.