Come cambiare prospettiva? - Giovanna Angiolini La Coach Equilibrista

Come cambiare prospettiva: che cosa vedi tu da lì?

“Osate cambiare, cercate nuove strade” (cit.)

Ti ricordi chi pronuncia questa frase e in quale film? Se anche la memoria non ti aiuta, per il momento seguimi e stai pronto a cambiare prospettiva.

Utilizzo spesso il cambio di prospettiva (o di punto di vista) nella mia vita privata o professionale. Per capire che era giunto il momento di pubblicare questo articolo ci sono però voluti: il trambusto creato da una consegna di fiori il giorno sbagliato (bellissime le gerbere a Pasqua, quando tu sei via per dieci giorni e non sai chi te le ha inviate!), la richiesta d’aiuto di un ex-collega e le parole taglienti di una persona che stimo.

 

Esempi e citazioni

Le persone che si rivolgono a me chiedono un supporto concreto, al di là della teoria e dei voli pindarici. Vorrebbero imparare un metodo, acquisire degli strumenti o anche solo degli accorgimenti da utilizzare per far risuonare quello che dentro di loro è sopito e per togliere qualche strato di polvere accumulato su qualche buona abitudine. Per questo motivo cerco sempre di inserire nei miei percorsi esempi o citazioni che servano da ancore per rendere più facile ricordarsi e applicare certi concetti. Vediamo come.

Sei mai salito su di una scala, una sedia o un tavolo per cambiare una lampadina, togliere le ragnatele dal soffitto o semplicemente aprire quell’armadio che utilizzi solo per il cambio di stagione? Che effetto ti ha fatto?  Non mi riferisco alle vertigini, ma alle sensazioni provate quando guardi le cose da punti di vista diversi da quelle abituali.

Amo gli spazi aperti, quelli dove l’occhio si perde lungo la linea dell’infinito. Amo la montagna e nuotare al largo, ammirare lo skyline di una città o sdraiarmi su di un prato a guardare le nuvole che corrono veloci. Semplici metafore di come sia possibile – e spesso auspicabile – cercare di cambiare prospettiva da cui osservare situazioni complesse della nostra vita, per affrontarle con maggiore creatività ed efficacia.

Oggi condivido qualche suggerimento su come allenare questa nostra capacità. Le parole che ho scelto sono:

  • prospettiva
  • focus
  • nuovi occhi
  • piccoli passi

Sapere di poter cambiare punto di vista offre libertà e ti aiuta a confrontarti meglio con gli altri. Ciò non significa dover necessariamente modificare la tua opinione (e fare la banderuola). La crescita si alimenta anche di divergenze, del rispetto di chi non la pensa come te.

 

Cambiare prospettiva e godersi il panorama

Come prima cosa ti sarà d’aiuto immaginare di scattare una foto della situazione: una panoramica per evidenziare tutti i possibili elementi, anche quelli in apparenza poco significativi. Risvegliare i tuoi sensi è fondamentale per essere più presente quando devi prendere una decisione. Non solo vedere e ascoltare, ma anche toccare e assaporare gusti e profumi. Si tratta di un passaggio di cui spesso ci dimentichiamo. La tua ipotetica foto deve quindi essere in grado di suscitare emozioni.

Quando sono in vetta a una montagna ho la possibilità di cambiare prospettiva: guardare in basso mi permette di raggiungere con lo sguardo una varietà di valli, laghi, paesi e città. Se li assimilo alle difficoltà che voglio superare, dall’alto mi sento in una posizione privilegiata perché sono in grado di avere una visione d’insieme, un punto di vista privilegiato rispetto a quando resto in pianura.

Uscire a fare una passeggiata o dello sport, guardare un film, leggere, scrivere o disegnare, dedicarti al tuo hobby preferito o a un nuovo corso, fare volontariato, chiamare un amico che non senti da tempo o giocare con un bambino. Sono tutti modi per ritagliarti del tempo di qualità che ti aiuta ad alimentare un atteggiamento mentale propositivo rispetto a situazioni di incertezza e disagio. Hai la possibilità di guardarti dal di fuori, di camminare nelle scarpe degli altri e di capire come basta davvero poco per cambiare prospettiva. Se non vuoi o non puoi lasciare casa, trova uno spazio solo tuo dove circondarti di ciò che evoca equilibrio, bellezza e abbondanza.

 

Allenarsi a mettere a fuoco

Adesso che hai di fronte a te la foto della situazione, impegnati per stare nel presente senza correre avanti con improbabili salti o cedendo alla tentazione del multitasking. Individua le tue priorità e concentrati su di un problema alla volta, focalizzando la tua attenzione sui vantaggi che ti porterà selezionare cosa è urgente da cosa è importante.

Se stai facendo il bagno al largo e il mare comincia a incresparsi, il vento soffia contrario e sono in arrivo nuvole di pioggia, è urgente cominciare a nuotare verso riva, ma è importante scegliere la traiettoria migliore e lo stile più remunerativo, per evitare di disperdere energie e ritrovarti in difficoltà. Ci sono attività urgenti che richiedono attenzione immediata ma che non necessariamente ci portano al raggiungimento degli obiettivi per noi importanti.

Contesto – dettagli – focus: passare dalla dimensione macro a quella micro è un esercizio che abbiamo imparato da bambini. Ricordi quando volevi colorare il tetto della casetta che avevi disegnato con quella matita rosso carminio che sembrava essere scomparsa dall’astuccio? Che cosa facevi? Rovesciavi tutti i colori sul tavolo, saltellavi qua e là con gli occhi e alla fine… eccola! Tutto il resto passava in secondo piano: la tua opera d’arte poteva essere portata a termine.

Lo stesso puoi fare adesso: cerca di essere attento al contesto, analizza il presente, considera il quadro d’insieme ma poi focalizzati sulle problematiche che intendi affrontare e guardale da angolazioni diverse.

 

I tuoi occhi sono bellissimi

“Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi” (Marcel Proust)

Questa frase ti ricorda un’altra modalità di cambiare prospettiva: spostare l’attenzione da fuori a dentro di te, per capire cosa si muove quando stai fermo. Significa lasciar fluire la confusione ed eliminare il rumore di fondo. Lo puoi fare stando in silenzio, ripetendo a voce alta le cose che ti preoccupano, proiettandoti avanti per anticipare i benefici che la risoluzione di un determinato problema ti potrebbe portare. Puoi farti delle domande che riguardano il “qui e ora”: Come mi sento? Che cosa provo? Che cosa vedo adesso che prima mi sfuggiva? o altre che riguardano il futuro: Come mi sentirei se…? Come sarebbe se…? Cosa proverei se…? Mi piace consigliare di prendere carta e penna ed elencare tutto ciò che limita la tua capacità di creare scenari differenti: scrivere liste di parole, insiemi, mappe, semplici disegni o scarabocchi. Ciò che più conta è esprimerti come senti sia meglio per te in quel preciso momento.

Una volta messi i pensieri nero su bianco, puoi sperimentare un altro cambio di prospettiva: i tuoi pensieri sono davanti a te, li puoi analizzare in modo diverso, quelli negativi sembrano più affrontabili e – in ogni caso – sei tu a scegliere di cosa occuparti nell’immediato.

 

Un passo dopo l’altro

“Anche un viaggio di mille miglia inizia con un primo passo” (Laozi)

Hai scattato la tua panoramica, trovato il rosso carminio per colorare il tetto, ti sei allenato a cambiare prospettiva in diversi modi. E adesso? Da dove si comincia? Dall’inizio, ma che domanda!

Anche i problemi più delicati e complessi possono essere scomposti in piccoli sotto-problemi parziali. Seguendo questa semplice regola, quando ti trovi di fronte a situazioni faticose, in apparenza irrisolvibili, comincia col chiederti: Cosa devo fare adesso? Qual è adesso il prossimo passo da compiere? E il successivo? E quello dopo ancora? Individuare una sequenza di passi e azioni concrete infonde maggiore sicurezza e aiuta ad allenare il coraggio. Anche la tua lucidità ne trarrà beneficio e ti sarà più facile prendere decisioni in armonia con il contesto e con le tue possibilità attuali.

Comincia subito: guarda l’oblò della lavatrice e sorridi mentre non avverti quella sgradevole sensazione di essere “centrifugato” insieme ai panni che stai lavando!

 

Concludo con una scena del film di cui parlo all’inizio dell’articolo, L’attimo fuggente e ti saluto con le parole del professor Keating: “è proprio quando credete di sapere qualcosa che dovete guardarla da un’altra prospettiva, anche se può sembrarvi sciocco o assurdo, ci dovete provare”.

Se il post ti è piaciuto, condividilo. Grazie, alla prossima!

 

 

[Foto di L.Lawson su Unsplash]

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Qualche pagina del mio libro Il quaderno delle Liste – Tra me e me e il video in cui ti spiego come utilizzo le Liste (no, non sono To-do list!).

Giovanna Angiolini
info@giovannangiolini.it

Supporto persone e aziende nei periodi di cambiamento. Sono Life e Business Coach, Formatrice, Consulente Organizzativa e di Business Development. Unisco l'esperienza alla formazione continua. Chi sono oggi è il risultato di molti inizi.